Allestita nel Parco del Vittoriale, la mostra “Paolo Delle Monache: diario tra memoria e oblio” a cura di Nicola Loi (Studio Copernico), con un testo critico di Marco Meneguzzo, si compone di cinque imponenti opere in bronzo. Utilizzando il Vittoriale degli Italiani come cornice ideale, l’esposizione indaga la natura frammentata della memoria e la sua capacità di evocare e reinterpretare i luoghi attraverso le sculture.“Considero il titolo di una mia mostra un dialogo con chi osserva, una chiave di lettura con cui gettare un ponte con chi guarda – afferma Paolo Delle Paolo delle Monache, e aggiunge: “Non si può fare un applauso con una mano sola. Opera e spettatore sono le due mani”.
Il titolo della mostra di Paolo Delle Monache al Vittoriale degli italiani nasce accostando l’uno all’altro due titoli di sculture presenti in mostra: Diario (composto da una pagina quadrata di bronzo traforato, di tre metri per tre, in cui le parole sono architetture che si susseguono mute, con al centro una piccola presenza umana che riflette sul suo profondo legame con i luoghi che la circondano) e Tra memoria e Oblio (un totem di tre volti verticali – uno che guarda indietro, uno avanti, uno sognante – metafora del tempo passato, presente e futuro). Accostare questi due titoli per derivarne un terzo è un modo per evocare il percorso in divenire di Paolo Delle Monache. Una ricerca basata sul frammento quale elemento narrativo, che in alcuni casi è frammento di corpo umano (volti, mani, arti), in altri frammento di luoghi (ovvero “sfoglie di architetture”). Entrambi sono due facce della stessa medaglia, ma con apparenze diverse. La mostra Diario tra memoria e oblio ha come obiettivo il comporre un dialogo armonico con uno spazio caratterizzato da un susseguirsi di camere delle meraviglie al chiuso e a cielo aperto. “Un luogo colmo di bellezza in cui collocare alcune sculture che appaiano come lì da sempre. Presenze umili, silenziose, rivolte allo scandire del tempo come una meridiana. La possibilità di allestire uno spazio all’interno verrà tradotta in una invasione di volti di terracotta e di bronzo, ovvero nella creazione di una stanza di visi, colma di sogni, nostalgia, memoria e oblio”, sottolinea l’autore.
Le opere, realizzate in bronzo, “Diario” (2015, cm 293x292x100), “Tra memoria e oblio” (2004, cm 285x90x70), “Tempio” (2003, 7 elementi in misure ambiente, altezza 320 cm), “Oblio” (2001, cm 100x204x140), ed “Elogio del vento” (2006, cm 313x80x73), richiamano luoghi nostalgici e sensazioni malinconiche, permettendo ai visitatori di intraprendere un percorso attraverso i ricordi dello scultore.