Mauro Reggio. Architettura d’avanguardia

29 Giugno
Mauro Reggio. Architettura d’avanguardia
Il Vittoriale degli Italiani

La mostra “Mauro Reggio. Architettura d’avanguardia”, a cura di Marco Di Capua, presenta quindici opere in olio su tela dell’artista romano, noto per la sua rappresentazione del paesaggio urbano di cui esalta prospettive e architetture, spogliandole dei segni e della presenza dell’uomo. Un espediente artistico utilizzato per mettere in evidenza le geometrie e i colori dei dipinti, trasformandoli nel vero e unico soggetto del quadro: tangenziali, gasometri, palazzi barocchi e archeologie industriali, ritratti in un presente senza tempo. L’artista dipinge monumenti provenienti da epoche diverse a partire dai colori tipici della grande tradizione italiana del XX secolo, poi trasformati e rinnovati sulla base delle più recenti riflessioni contemporanee su fotografia, pittura e nuove tecnologie. “L’avanguardia architettonica di Reggio mi ricorda quella letteraria di d’Annunzio – dichiara Giordano Bruno Guerri, presidente de Il Vittoriale degli Italiani – : entrambi animati dall’amore per il bello e per la classicità, usando le forme più tradizionali dell’espressione pittorica o poetica, creano nuove forme di arte. Mi affaccio dalla finestra del mio studio al Vittoriale, non ho mai osservato un tramonto coi colori di Reggio, ma appena ho visto il suo dipinto sul Garda mi sono emozionato al pari solo di quando vedo la luce affossarsi nel lago. Anche lo svettare dei cipressi non è mai stato reale né analogo a quello di Reggio, ma le sue architetture coinvolgono anche la vegetazione, che diventa parte stessa dell’architettura pittorica del bravo pittore”.

Allestita presso il Mas, l’esposizione offre una visione unica e innovativa del Vittoriale degli Italiani, con dipinti che catturano luoghi simbolo della casa di d’Annunzio. Tra le opere allestite “Lago di Garda”  (del 2024, olio su tela, cm 200×100), il “Frutteto” del Vittoriale ( del 2024, olio su tela, cm 100×80), “Laghetto delle danze” (2024, olio su tela e cm120x80), “Teatro 1” e “Teatro 2” (entrambi del 2024, olio su tela cm. 90×40). Privando le scene della figura umana, Reggio mette in risalto la bellezza sostanziale degli spazi e dei palazzi, trasformandoli in soggetti artistici senza tempo. “Perché sto guardando proprio un giardino, anzi il Frutteto del Vittoriale degli Italiani,“creato e trasfigurato”, come tutto qui, dalla mente di d’Annunzio, a specchio dell’Eden perduto, e ora nuovamente filtrato attraverso gli occhi di un pittore italiano, Mauro Reggio – scrive nel catalogo Marco Di Capua -. Dunque, giardino rivisto tra le ciglia, verrebbe da dire, in una visione depurata che, di quell’assetto neorinascimentale sognato dal poeta, ora capti e celebri la chiara, luminosa spazialità, l’ordine degli elementi compositivi, il morbido pulsare dei colori e delle luci. E il silenzio. Certo, i quadri non parlano, non hanno voce, non fanno alcun rumore, ma alcuni di essi, tra i più rari, sono quel che il silenzio sarebbe se avesse una forma, se fosse una figura, o una scena”. C’è un’atmosfera di inizio ‘900 in un quadro così. “Si potrebbe dire lo stesso, e forse ancor di più, anche del Teatro – prosegue Di Capua -, col Garda visto sullo sfondo e sotto cieli innaturalmente rosa, arancioni, violacei, e del Laghetto delle danze, un dipinto dove ogni speranza di percepire o almeno di ricordare i suoni, i gesti e la musica che quel luogo animarono, è vanificata, dolcemente soffocata da una coltre di stesure piatte, ovattate, modulata da una diversificazione della messa a fuoco delle varie zone della rappresentazione – come simulando una sorta di post-produzione digitale – con le parti architettoniche e artificiali più nette e in risalto e quelle naturali sfocate, quasi che le stesse guardando un miope”.

Oltre ai dipinti sulla residenza del Vate, saranno esposte anche alcune opere dedicate a Roma, città natale dell’artista, al centro di molti dei suoi capolavori. “Non c’è un che di templare nel Vittoriale? Certo che sì – sottolinea Di Capua – . Gli studiosi delle antiche civiltà umane ci spiegano come, all’origine, non sia stata la città a generare l’esigenza e la costruzione di un tempio, ma esattamente il contrario: la fondazione di tutta una città scaturirebbe dunque da un’architettura enigmatica e solitaria. Allora qualcosa di simile accettiamo anche noi, rifacendo il percorso dei quadri di Mauro a ritroso: dal tempio del Vate andiamo a Roma”. In mostra anche i dipinti “Pantheon” (2023, olio su tela, cm 120×80), “Colosseo quadrato” (2023, olio su tela, cm 130×100), e “Colosseo” (2023, olio su tela, cm 140×100).

Event details

Date: 29 Giugno 2024.
Time:
Venue: Il Vittoriale degli Italiani
Event Type: Mostre

Piazza di S. Salvatore in Lauro, 15
00186 Roma RM

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